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La mia storia

Questa è la mia storia, come sono arrivata a questo punto, alla decisione di diventare consulente RDI.
Tutto è iniziato quando il mio bambino è stato diagnosticato con un disturbo dello spettro autistico (esattamente, disturbo multisistemico con pattern di tipo B). Dopo il primo periodo di assoluto sconforto e depressione, visto che nel giro di un’ora ci siamo ritrovati con un bambino gravemente disabile in casa, io e mio marito ci siamo dati da fare per trovare il modo di aiutare nostro figlio nel miglior modo possibile e dargli la migliore qualità di vita possibile. Grazie ad internet ho trovato tantissime informazioni, a volte persino troppe, ma sicuramente più di quelle che ci diede la neuropsichiatra infantile. Nel giro di due mesi iniziammo con il nostro bimbo un percorso di riorganizzazione neurologica che diede subito buoni risultati, avviandolo alla comunicazione e alle prime autonomie. Nel frattempo scoprii il mondo americano dell’autismo: grazie alla mia conoscenza dell’inglese, ebbi accesso a moltissime informazioni in più di quelle che erano disponibili in italiano e, soprattutto, informazioni più aggiornate. Mi attivai nella ricerca relativa ai disturbi metabolici legati all’autismo e mi feci una cultura su dieta senza glutine e senza caseina, supplementi vitaminici, trattamenti antifungini, DMG e TMG, secretina, chelazione, etc. Iniziammo con nostro figlio anche un percorso di questo tipo, ottenendo miglioramenti ma nel lungo tempo (nostro figlio non ha mai avuto reazioni positive immediate all’inserimento di un supplemento, anzi … più facilmente ha avuto reazioni negative!). Intanto eravamo arrivati ad un punto fermo con la terapia di riorganizzazione neurologica, volevamo puntare di più sul linguaggio e sulle abilità cognitive, e per questo passai a studiare l’ABA, l’Applied Behavioral Analysis, terapia comportamentale applicata, che sembrava mirare proprio allo sviluppo di queste abilità. Di nuovo grazie ad internet e grazie al mio inglese, ebbi accesso a tante informazioni, e tradussi persino una parte di un manuale ABA per capire come mettere in pratica questo trattamento. Fortunatamente trovai una consulente ABA che iniziò a seguire il nostro bambino e lui iniziò ad imparare: dai semplici colori ai nomi, dai verbi alla descrizione di una figura, dal racconto di una storia a lettura e scrittura, per due anni portammo avanti questa terapia con ottimi risultati. La nostra consulente seguiva il bambino non solo a casa, ma anche a scuola, aiutando molto le insegnanti, che sono così riuscite ad aiutarlo al meglio, potenziando le sue abilità e il suo inserimento tra i pari. Dopo due anni, però, iniziammo a cercare qualcosa di più. Con l’ABA cercavamo di insegnare al nostro bambino i rudimenti della conversazione e anche se riusciva benissimo ad imparare le domande e le risposte classiche di un dialogo-base, capimmo che mancavano abilità importanti per la socializzazione: la motivazione, la voglia di stare con gli altri, la curiosità e l’attenzione verso gli altri. La nostra consulente ABA ci consigliò di leggere qualcosa sull’RDI, e per coincidenza nello stesso periodo in Italia si tenne un workshop su questa terapia. Vi partecipai e capii che era quello che stavamo cercando. Tornai su internet e in un gruppo yahoo trovai una consulente disposta a venire in Italia. Qui nel frattempo avevo trovato altre tre famiglie che volevano intraprendere questo percorso e riuscimmo così a dividere le spese del viaggio. La terapia di sviluppo relazionale portò buoni risultati e continuiamo a seguirla. Il nostro bimbo non è sicuramente guarito dall’autismo e non so se guarirà mai, ma sicuramente la qualità della sua vita è in miglioramento lento e costante. Io continuavo a leggere sempre di più su questa terapia e sui perché e le ricerche che stavano dietro all’RDI. Sostenuta dalla nostra consulente RDI, dalla nostra consulente ABA (rimasta nostra amica anche dopo la fine della terapia ABA con il nostro bambino), da mio marito e da tutta la mia famiglia, grazie ad una zia estremamente generosa e ad una nuova amica tex-napoletana, ho deciso di prendere parte ai corsi di principiante e intermedio per diventare consulente RDI. Non so dove mi porterà questa strada, ma vorrei essere in grado di aiutare altre famiglie come la nostra a capire come affrontare i deficit chiave dei disturbi dello spettro autistico, aiutare altri genitori a diventare le guide per i loro bambini ASD e aiutarli a raggiungere la migliore qualità di vita possibile.

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