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Funzioni e abilità

“Perché preoccuparsi del Perché Ci Si Preoccupa”

Gli obiettivi RDI comprendono sia le funzioni che le abilità: per una lista di queste per un livello specifico, vi preghiamo di vedere il modulo RDI, il selettore di attività RDI o chiedere al vostro consulente. Questo scritto vuole cercare di definire questi termini e mostrare quale sia lo scopo di lavorare sulle funzioni in un programma RDI. Il Dr. Gutstein ha definito le “Funzioni” come “Perché ci si preoccupa”, in altre parole le ragioni, le motivazioni e lo scopo per fare qualcosa. Dall’altra parte, le abilità sono cose che si sanno fare e che possono o non possono essere usate per uno scopo rilevante. Un esempio di questo è che leggere può essere un’abilità, ma la funzione di leggere potrebbe essere di ottenere informazioni o divertimento. Se ad un bambino si insegna a leggere ma non si insegna ad apprezzare e capire lo scopo della lettura, leggere rimarrà una pura e vuota abilità. Il Dr. Gutstein ha dichiarato “Insegnare le abilità senza le funzioni è sbagliato in qualsiasi ambiente di insegnamento” (chat pubblica 1/3/2004). In un’altra chat ha detto “Perché-preoccuparsi sono le motivazioni per lavorare sodo e imparare a fare le cose”. (chat pubblica 26/4004).

Le motivazioni sono ricordi, secondo il Dr. Gutstein. Una persona non può essere motivata a fare qualcosa a meno che non abbia un ricordo episodico di esperienze passate collegate – un qualche senso di competenza passata in sistemi dinamici che servirà come motivazione.

Nel fare RDI è importante conoscere la differenza tra funzioni e abilità. I terapisti potrebbero pensare che stanno “facendo RDI” se un bambino sta partecipando ad un’attività, ma se il bambino sta solamente “facendo l’attività” e non sta sviluppando nessun ricordo episodico positivo, allora sta solamente facendo pratica di un’abilità, non sviluppando le funzioni. Per esempio, un bambino ubbidiente potrebbe “fare i movimenti” senza nessun senso di gioia, competenza o significato. Potrebbe essere in grado di tirare e prendere una palla, senza aver nessun sentimento di divertimento o competenza nel farlo. In altre parole, potrebbe essere emozionalmente piatto, fare solo i movimenti, senza coinvolgersi attivamente con un partner sociale. Per usare un altro termine, le abilità senza le funzioni tendono ad essere “strumentali”, cioè messe in pratica senza focalizzarsi sullo “scambio di emozioni”. Alcuni esempi di abilità senza funzioni:

  • Un bambino che canta una canzoncina con parole e gesti, che segue il ritmo ed esegue le azioni correttamente, ma senza un senso di divertimento o di interazione dinamica.

  • Essere in grado di leggere, ma non capire il significato di quello che si legge (per esempio nell’iperlessia).

  • Parlare correttamente in frasi complete ma non capire che uno degli scopi della conversazione è scambiarsi esperienze.

  • Andare ad una festa e assicurarsi di salutare tutti i presenti e dire la “cosa giusta” ma senza divertirsi o rilassarsi.

  • Avere abilità sociali strumentali come salutare, ma non essere in grado di partecipare in relazioni che comprendano la co-regolazione.

  • Sapere le parole di una canzone ma non essere in grado di divertirsi cantandola con un’altra persona.

  • Una cosa che il Dr. Gutstein ha usato nei workshop: essere in grado di raccontare una barzelletta ma non capire che lo scopo di una barzelletta è di condividere la risata.

 In generale, le persone che hanno sviluppato abilità senza le funzioni possono essere

 

  • ubbidienti ma non interattive

  • capaci ma senza uno scopo

  • istruite ma non in grado di applicare ciò che sanno a situazioni pratiche (soprattutto situazioni sociali)

  • conoscere le regole ma non il punto principale di un’attività

 

Bisogna notare che è anche possibile sviluppare le funzioni senza le abilità. Questo succede spesso in uno sviluppo neurotipico. Per esempio, i bambini piccoli possono apprezzare lo scopo di raccontare una barzelletta per condividere una risata, ma non sanno raccontare bene una barzelletta, per esempio non hanno un senso del tempo o non sanno dire la battuta al momento giusto. Eppure, visto che le funzioni ci sono, le abilità di solito possono svilupparsi con lo sviluppo del bambino.

Dr. Gutstein ha detto che “le funzioni sono ricordi – emozioni basate sui ricordi che servono come concetto organizzativo per le abilità” (chat pubblica 1/3/2004). Nella stessa chat il Dr. Gutstein ha detto “Pensate alle funzioni come la colla di cui avete bisogno per tenere le abilità a posto. Se la colla tiene, allora è ok”.

Il Dr. Gutstein ha dichiarato che noi insegniamo le funzioni attraverso la “revisione, il mettere in evidenza, aumento dei ricordi, anticipazione, il racconto di storie”. Quando si insegnano le funzioni, spieghiamo il perché dell’attività mettendo in evidenza e modellando. Enfatizziamo il significato e lo scopo senza preoccuparci dei dettagli. Le abilità tendono a svilupparsi naturalmente quando le funzioni sono ben masterizzate. Le funzioni comprendono mostrare al bambino lo scopo o il perché di qualcosa – per questo quando insegniamo le funzioni dobbiamo stare attenti a non sovraccaricare il bambino o confonderlo. Una “impalcatura” adeguata può aiutare in questo: modellando e rendendo le cose facili abbastanza per il bambino.

Questo è un riassunto di alcune differenze tra funzioni e abilità:

 

Bambino con abilità senza funzioni

Bambino con funzioni

Il bambino sa memorizzare una risposta, con uno script in mente

Il bambino si adatta a una situazione dinamica, con un obiettivo/ricordo/scopo in mente.

Il bambino può essere un perfezionista e deprimersi se le cose “vanno male”.

Il bambino è flessibile. Gli errori, se capitano, non sono importanti.

Il bambino è in grado di “fare i movimenti” in un’attività con un’altra persona più per ubbidienza che per apprezzamento del partner sociale.

In una relazione M/A (maestro-apprendista), il bambino ha fiducia nel maestro come guida, cerca attivamente la prospettiva del maestro. Nella relazione tra pari, il bambino riconosce il pari come qualcuno con una prospettiva diversa, e l’interazione è basata sul divertimento e sugli interessi reciproci.

Il bambino può avere un buon vocabolario ma non usarlo per comunicare socialmente. Può essere in grado di esprimere ciò che vuole e ciò di cui ha bisogno ma non è in grado di portare avanti una conversazione.

Il bambino comunica in maniera dichiarativa (sia verbalmente che non verbalmente), cioè desidera condividere le emozioni e le esperienze, e ha l’abilità di co-regolarsi.

Il bambino può aver imparato ad avere “contatto oculare” perché è ciò che ci aspetta da lui.

Il bambino vuole guardare una persona in momenti chiave allo scopo di scambiare emozioni o fare riferimento se è nel dubbio.

 

 

 

Vorrei enfatizzare il fatto che anche le abilità sono importanti, ma nel contesto delle funzioni, piuttosto che indipendentemente da esse.

In una newsletter del Connection Center, il Dr. Gutstein ha descritto l’importanza delle funzioni: “Senza un esperienza delle funzioni (le motivazioni, o “perché ci si preoccupa”) nelle relazioni, la ricerca ha ripetutamente mostrato che stiamo preparando i bambini al fallimento. Insegnare “abilità di amicizia” basate sull’idea di cosa sia appropriato all’età invece che cosa sia appropriato dal punto di vista dello sviluppo, è come prendere un ragazzo gravemente dislessico che non ha mai imparato a leggere e fargli leggere “Moby Dick” perché è il libro che stanno leggendo i suoi compagni di classe. Il massimo che potrà fare è imparare a far finta di leggere il libro, guardarlo muovendo gli occhi, muovendo la bocca come per dire le parole, etc. Se abbiamo questo approccio, il ragazzo non imparerà mai a leggere. Anzi, arriverà ad odiare la lettura, che vedrà come un compito noioso e vuoto. In maniera simile, se concentriamo tutte le nostre energie nel far sembrare, superficialmente, un bambino nello spettro come un bambino della sua età, non imparerà mai ad avere una vera amicizia. Visto che le ricerche hanno dimostrato questa cosa in modo evidente e consistente, una delle prime cose che ho iniziato a fare è stata di smettere di insegnare le abilità in modo arbitrario”. (http://www.rdiconnect.com/archive/newsletters/07082004/default.htm).

 Di Allan Gilbertson- Consulente RDI - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.

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