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Deficit chiave dell'autismo

I deficit chiave dei Disturbi dello Spettro Autistico: l’ombrello dell’”intersoggettività”

I deficit chiave dell’ASD rientrano tutti sotto l’ombrello della mancanza della Relazione Intersoggettiva (RI). Negli individui con ASD, le compromissioni neurologiche hanno interrotto il processo fondamentale di continuo feedback necessario da sia i genitori che il bambino per costruire una vera relazione. I bambini sono stati privati dei benefici della RI, la porta principale per un funzionamento emozionale, sociale e cognitivo più complesso. Si può pensare all’intersoggettività come al desiderio di collegare qualcosa che sta procedendo con te e collegare ciò con me.
Nella RI, ogni partecipante cerca di capire la prospettiva soggettiva dell’altro, uno sforzo che porta ad un “incontro di menti” in cui i pensieri del partner creano contatto, si collegano e coincidono. L’RI è il laboratorio per lo sviluppo di un coinvolgimento mentale più complesso.
La mancanza del processo di apprendimento intersoggettivo fa sì che il cervello non riesca a sviluppare risposte neuronali flessibili, molteplici modelli connettivi potenziali e l’abilità di formare nuove relazioni neuronali connettive in modo dinamico.
La Relazione intersoggettiva è lo scopo principale dell’RDI.

 

Come influisce questo nella vita di tutti i giorni?

 

    Secondo il Dr. Peter Hobson, affinchè i bambini imparino a pensare veramente, devono essere in grado di avere l’incontro di menti che avviene con l’RI. “Pensare non può diventare un mezzo flessibile e creativo per l’intelligenza umana senza passare attraverso la mente degli altri. Senza i giusti tipi di coinvolgimento con gli altri, ad una persona manca sia la base che la flessibilità mentale per il pensiero intelligente.Perdendo l’importanza di passare attraverso la mente degli altri, le persone con autismo non scopriranno mai che sono esseri mentali con la capacità di funzionare nel loro Spazio Mentale personale in un modo creativo e flessibile”. Peter Hobson M.D., Ph.D.
    Senza apprendimento con coinvolgimento, i bambini ASD si spostano su un sentiero diverso di sviluppo, dove l’accumulo di informazioni sostituisce la conoscenza “con coinvolgimento” e la saggezza. Ami Klin Ph.D.

 

Quali sono le conseguenze della perdita della RI

 

    I deficit chiave dell’autismo: Valutazione, Memoria Episodica, Scambio di Esperienze, Pensiero Creativo, Consapevolezza di Sè.

 

VALUTAZIONE

 

Che cos’è?

 

    La valutazione è un processo mentale attraverso il quale tentiamo di determinare le migliori soluzioni tra le molte opportunità che troviamo nel nostro ambiente e tra le nostre necessità e obiettivi personali. Il significato e il valore che attribuiamo ad ogni informazione è determinato da ciò che è importante nella nostra mente in quel dato momento. Questa è la nostra valutazione soggettiva.
    Le persone neurotipiche riescono a valutare una situazoine, capiscono che ci sono molti modi di rispondere e useranno questa flessibilità per rispondere nella maniera migliore per raggiungere i propri scopi.
    La valutazione ha due livelli fondamentali. Nella valutazione “primaria” cerchiamo di determinare se una situazione o una persona sono “sicuri”. Se determiniamo che c’è sufficiente sicurezza per mantenere contatto con la situazione e/o la persona, passiamo al livello di valutazione secondaria. In questo caso focalizziamo la nostra attenzione per determinare come dovremmo organizzare le informazioni disponibili. Questo comprende la determinazione di potenziali relazioni “basate su figure”, o determinare quali informazioni dovremo mettere in evidenza e percepire come rilevanti e quali informazioni non sono rilevanti. Poi determineremo il significato emozionale di quella informazione.
    Le persone imparano a valutare attraverso il loro apprendistato intersoggettivo con la guida degli aldulti. La guida fornisce esperienze sicure e allo stesso tempo sempre stimolanti, in cui l’apprendista impara l’abilità di organizzare lo stesso ambiente, oggetto o persona in molteplici modi. L’apprendista può prendere in prestito la prospettiva dela guida e imparare nuovi modi di guardare alla stessa esperienza e diventare flessibile nel suo modo di pensare.
    Ogni volt ache mettiamo in evidenza un altro modo di percepire, reagire a o pensare su un determinato ambiente, persona od oggetto, stiamo sviluppando il nostro processo di valutazione.
    La Relazione Intersoggettiva o la condivisione di menti tra la guida e l’apprendista è programmata per fornire all’apprendista molteplici valutazioni, permette all’apprendista di usare prospettive alternate, lui/lei prima prende in prestito la prospettiva della guida e poi quando la relazione arriva allo scambio di prospettiva, l’apprendista può iniziare a sviluppare le proprie valutazioni.
    La valutazione implica l’uso delle nostre reazioni soggettive emozionali in maniera produttiva per prendere decisioni e organizzare il nostro mondo.
    L’”informazione rilevante” è soggettiva, non c’è assolutamente alcuna informazione rilevante, questa è la natura della valutazione.
    La Memoria Episodica è fondamentale per la valutazione, altrimenti non avreste niente da valutare: sono i modi differenti in cui può essere percepita la stessa situazione e il significato che si trae da queste percezioni. Per valutare effettivamente, dobbiamo avere ricordi dei molteplici modi in cui possiamo organizzare una particolare situazione.

 

Come influisce questo sulle persone con ASD?

 

    Si può dire che le persone con ASD hanno un processo di valutazione molto rigido e idiosincratico (C’è un solo modo per arrivare al negozio o a casa della nonna). Una valutazione rigida significa che il bambino forma una reazione percepita ad una situazione e non riesce a percepirla in nessun altro modo.
    Le persone con ASD spesso reagiscono all’incertezza con una valutazione di pericolo.
    Dobbiamo ampliare i modi potenziali con cui una persona con ASD può valutare una situazione e organizzare le informazioni, in modo che se può fare riferimento a ricordi di valutazioni precedenti, avrà molteplici valutazioni associate con una situazione. Esempio: vogliamo sviluppare molteplici valutazioni associate con il fare una passeggiata. Prima di tutto, dovete stabilire quale sarà la passeggiata e focalizzare su qualcosa su cui non avete mai focalizzato prima, per esempio “Oggi andiamo a fare una passeggiata X e sarà una “passeggiata sulle foglie””; domani farete la stessa passeggiata e sarà una “passeggiata sulle macchine”.
    E’ molto importante che la persona con ASD capisca che può scegliere, cioè poter andare a fare una passeggiata sulle foglie o sulle macchine. Questo è l’inizio del processo di valutazione.
    Le persone con autismo hanno difficoltà a capire che ogni singolo ambiente contiene il potenziale per poter essere organizzato in molteplici modi, a seconda delle necessità e degli obiettivi del momento. Pertanto le persone con ASD rimangono “imprigionate” in un singolo modo di trovare significato in specifici ambienti, causando una notevole rigidità di risposta. Altre volte, le persone con ASD possono spostare la loro attenzione su informazioni che non sono produttive per la crescita personale.

 

Come si manifesta questo negli individui con ASD?

 

    Per esempio, un bambino con ASD entra in una casa nuova e nota le luci. La casa è appena stata costruita e il bambino commenta come gli piacciano le luci. Si focalizza sulle luci in ogni stanza in cui entra e continua a commentare su di loro. Questo è un modo di valutare ed è abbastanza appropriato. Lo stesso bambino entra in classe il giorno successivo e non nota che c’è una supplente perché la sua attenzione è focalizzata sul controllare che ogni luce nella stanza sia uguale al giorno precedente.
    Questo modo di valutare limita fortemente l’abilità del bambino di valutare la situazione in modo appropriato. Lui usa la stessa valutazione in ogni situazione per fare in modo che l’ambiente abbia un senso. Questo causa una grave mancanza di intersoggettività, perché la valutazione del bambino non si collega alle altre persone attorno a lui.

 

MEMORIA EPISODICA

 

Che cos’è?

 

    Questa è un ricordo rappresentativo personale che formiamo nella nostra mente di un evento di cui abbiamo fatto esperienza, che è fortemente collegato dalla nostra connessione emozionale. E’ basato sul significato soggettivo di un’esperienza in uno specifico momento del tempo e non semplicemente dai dettagli o dalle procedure. Collega la memoria emozionale (le emozioni che sperimentiamo), la memoria semantica (i dati che ricordiamo dall’evento) e la comprensione di ciò che “noi” abbiamo fatto in quel momento (il significato che estraiamo dalla nostra esperienza soggettiva). Ci aiuta a collegare ciò che abbiamo imparato nel passato e ad anticipare le possibilità future. Le memorie episodiche positive costruiscono la competenza e la motivazione che ci permettono di intraprendere delle sfide e ci preparano a potenziali scenari future.

 

Come influisce questo sulle persone con ASD?

 

    Le persone con autismo hanno difficoltà ad estrarre un significato personale da un’esperienza, basandosi sul contenuto emozionale. Questo può avere effetti deleteri sull’apprendimento da esperienze precedenti e collegamenti con il passato, il presente e il futuro. Questo limita lo sviluppo di un magazzino di memorie personali, soprattutto memorie relative alla perseveranza nel cercare di raggiungere soluzioni alterantive. Questa mancanza di “ricordi personali” ha un impatto negativo sull’abilità di rispondere con flessibilità a cambiamenti nel loro mondo e spesso crea uno stile di apprendimento incentrato sul sé, come scappare, girarsi o evitare, diminuendo la motivazione ad accettare sfide che contengano incertezza o novità.

Come si manifesta questo nelle persone con ASD?

 

    Un bambino arriva a scuola un giorno e l’insegnante gli chiede dove sia il suo compito a casa. Lui non sa cosa dire e quindi dice che l’ha mangiato il cane. Lei risponde che questo non è possibile e lo manda dal preside. Il giorno successivo succede la stessa cosa e il bambino di nuovo va dal preside. Cosa succede? Cosa ha codificato il bambino? Che tutti erano arrabbiati (memoria emozionale), o che doveva andare di nuovo dal preside (memoria semantica) o non ci sono stati ricordi da codificare?
    E’ evidente che non ha codificato o che non ha sviluppato una consapevolezza di ciò che ha fatto in quel momento e non ha collegato il tutto a come si sentivano tutti e alla conseguenza di dover essere andato nell’ufficio del preside. Le difficoltà con la memoria episodica si manifestano negli individui con ASD non imparando dalle conseguenze. Il problema non riguarda le conseguenze, ma il fatto che non formano un ricordo su di esso. La memoria episodica ci permette di sviluppare un orario mentale, una visione mentale, pensare alle cose e alle conseguenze. Potete pensare che l’ultima volta che avete usato la scusa che il cane ha mangiato il compito, non ha funzionato, tutti si sono arrabbiati e siete dovuti andare nell’ufficio del preside, quindi probabilmente la prossima volta dovrete usarne una differente.

 

SCAMBIO DI ESPERIENZE:


Che cos’è?

 

    Lo scambio di esperienze è l’essenza della comunicazione ed interazione umana in cui l’obiettivo è di condividere reazioni emozionali, azioni pensate, cambiamenti e variazioni, ricordi, progetti, idée, prospettive, pensieri e previsioni con un’altra persona. Avviene in situazioni dinamiche dove ci sono informazioni nuove ed incerte che richiedono l’abilità di capire che le persone percepiscono il mondo attraverso un punto di vista unico e soggettivo (intersoggettività). Richiede che noi condividiamo le nostre rapprsentazioni mentali del mondo con gli altri, in modo da creare connessioni tra ciò che stiamo pensando. Costruiamo ponti dai nostri pensieri a quelli degli altri, uno sforzo che ha come risultato un “incontro o collegamento di menti” e porta ad un aumento notevole di opportunità per coinvolgersi mentalmente. I partecipanti devono osservare e fare riferimento alla comunicazione non verbale degli altri: prosodia (i cambiamenti nel tono, enfasi, e nel ritmo dietro alle parole), espressioni facciali, gesti, postura e spazio fisico, percepire modelli regolatori e sperimentare competenza in interazioni regolatorie. Ci richiede di coordinare e monitorare costantemente le nostre azioni con quelle degli altri e di fare continui aggiustamenti all’interno dell’interazione.

 Come influisce questo sulle persone con ASD?

 

    Le persone con autismo, anche coloro con un buon linguaggio, spesso mancano della motivazione di accettare sfide di comunicazione in complesse situazioni dinamiche. Queste sfide ci invitano a processare informazioni nuove dagli altri e usare la comunicazione con lo scopo di capire e condividere i punti di vista, le idee, i sentimenti e le prospettive dell’altra persona con ciò che già sappiamo (intersoggettività). La comunicazione pertanto di solito non è usata per scambiarsi le esperienze, con l’intento e il desiderio di fare connessioni tra i pensieri degli altri, ma per far fronte ad un bisogno specifico. Senza il beneficio di una guida critica fornita da questa relazione intersoggettiva, la relazione maestro/apprendista e il desiderio di imparare attraverso la partecipazione guidata viene interrotto. Questo a suo volta ha conseguenze sul far riferimento alle espressioni facciali, gesti e postura degli altri per avere informazioni e permettere continui aggiustamenti reciproci o correzioni di corso all’interno di un’interazione, tanto da avere un significativo impatto negativo sull’abilità di rimanere regolati e creare “la danza”.

Come si manifesta questo nelle persone con ASD?

 

    Un bambino va al parco con suo padre e tutti e due vanno a giocare con la sabbia. Il papà cerca di costruire un castello con lui, ma il bambino preferisce versare la sabbia dal proprio secchiello in continuazione, ridendo da solo.
    Questo bambino non capisce il valore di condividere questa esperienza con il suo papà e condividere i pensieri e le idee del padre su come costruire un castello insieme.

 

PENSIERO CREATIVO:

 

Che cos’è?

 

    L’abilità di integrare informazioni da fonti e situazioni differenti e formulare soluzioni “buone abbastanza” e adattabili a problemi della vita reale. Questo comprende l’abilità di muovere gli ingranaggi e pensare in scale di grigio, non in bianco e nero. E’ l’abilità di formulare nuove strategie quando le strategie precedenti non funzionano o improvvisare quando le risorse precise non sono disponibili. Dobbiamo accettare i cambiamenti inerenti nei sistemi dinamici e fare gli aggiustamenti costanti che sono richiesti per rimanere regolati e attivi.
    Immaginate di essere su una barca e di dover andare da un posto all’altro. Se predisponete una rotta e cercate di rimanere su quella rotta senza muovervi o cambiare direzione, non arriverete mai alla vostra destinazione. Ci sono troppe cose che possono influenzare dall’esterno: il vento, le onde, etc. Quando decidete di intraprendere questo viaggio, dovrete accettare nella vostra mente che dovrete fare aggiustamenti costanti per rimanere in rota. Mentre siete sulla barca, non solo è importante che voi siate a conoscenza di quando siete sulla rota, ma dovete essere anche a conoscenza di quando non siete sulla rotta e a quell punto dovrete fare una correzione. Dovrete allora decidere che tipo di correzione o aggiustamento volete fare che sia “buono abbastanza”. Ogni volta che fate un aggiustamento per rimanere sulla rotta, capirete che saranno necessari ancora altri aggiustamenti nel processo di rimanere regolati e che questo non sarà l’ultimo.

 

 Come influisce questo sulle persone con ASD?

 

    Le persone con autismo hanno difficoltà ad accettare i cambiamenti e a fare aggiustamenti e correzioni di rotta per rimanere regolati. Spesso pensano in bianco e nero, in modo lineare e non in sfumature di grigio. Nella loro mente c’è solo un modo di risolvere un problema. Questo influisce negativamente sulla loro abilità di muovere gli ingranaggi e settarsi mentalmente, di fare correzioni di rotta quando il risultato desiderato è stato modificato e di capire quando l’aggiustamento è “buono abbastanza” per raggiungere lo scopo che si vuole. Questo può portare ad una mancanza di motivazione per l’esplorazione e la scoperta, dove gli ambienti e le persone che cambiano continuamente e richiedono aggiustamenti costanti sono evitati a tutti i costi.

 
Come si manifesta questo nelle persone con ASD?

 

    Spesso insegnamo alle persone con ASD come sopravvivere in un mondo perfetto. Immaginate, per esempio, che spesso noi non siamo sicuri al 100% di dove andrà a finire una conversazione. Capiamo di aver bisogno di “ripararla” o “aggiustarla” in modo da poter continuare ad essere partecipanti produttivi nella conversazione. Per esempio, chiediamo alle persone di spiegarsi o di ripetersi.
    La maggior parte delle nostre vite sono incentrate sul fare piccole correzioni per rimanere abbastanza vicini alla nostra rotta per sentirci regolati. Non voglio insegnarvi come vivere in un mondo perfetto, ma è meglio insegnare che non importa quanto competenti vi sentiate nel vostro mondo reale, avrete delle sfide e dovrete imparare a fare quelle correzioni necessarie a mantenere la “danza della regolazione”.

 

CONSAPEVOLEZZA DI SE’:


Che cos’è?

 

    Questa comporta un senso di identità personale e di comprensione di come le vostre emozioni ed azioni hanno un impatto su di voi e sugli altri. L’abilità di riuscire in autovalutazioni ed analisi e capire come le vostre azioni influenzino gli altri. Richiede un monitoraggio costante delle vostre azioni e l’uso di strategie di autoregolazione per raggiungere una consapevolezza emozionale e un controllo maggiori.

 

 Come influisce questo sulle persone con ASD?

 

    Le persone con autismo hanno difficoltà nel capire come le loro azioni abbiano un impatto sugli altri, che tutti noi vediamo il mondo attraverso la nostra analisi soggettiva. Per mantenere la “danza” all’interno di una interazione, dovete imparare a regolare voi stessi, cosa che richiede l’abilità di monitorare se stessi, le proprie azioni e una consapevolezza di come questo abbia influenza sugli altri attorno a voi.

 

Come si manifesta questo nelle persone con ASD?

 

    Un bambino entra in un negozio. Vede che hanno spostato il posto dove tengono i cestini per fare la spesa. Ha una crisi e inizia a urlare e gridare al genitore e il genitore non capisce perché.
    Questo bambino non capisce che il genitore non ha la stessa valutazione soggettiva sua. Oltretutto, il genitore potrebbe persino non aver notato che il posto dei cestini è cambiato.
    Questo bambino non ha l’abilità di regolare il suo comportamento e affrontare una incertezza della situazione in una maniera più produttiva.

 

Barbara Duckett, M.A., CCC/SLP Abigail Reid, B.A.

 

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