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Metodo Feuerstein

Il metodo Feuerstein, un interessante approccio meta-cognitvo, prende il nome dallo psicologo-pedagogista Reuven Feuerstein, nato a Botosan (Romania) nel 1921, docente di psicologia dell'educazione all'Università di Bar Ilan di Tel Aviv e presso il George Peabody College della Vanderbilt University di Nashville in Tennessee. Originariamente applicato al recupero di persone con problemi cognitivi connessi alla detenzione nei campi di concentramento, è stato poi utilizzato per migliorare le prestazioni scolastiche dei bambini che stentavano ad ambientarsi nel contesto dello Stato di Israele, provenienti da zone più arretrate. Successivamente lo si è applicato in ambiti formativi opposti: dal recupero dei soggetti portatori di grave ritardo mentale alla formazione aziendale. In entrambi i casi, ciò che viene messo a fuoco è l'individuo, nella sua caratteristica capacità di modificarsi, avvantaggiandosi delle opportunità di apprendimento offerte dall'ambiente.



Il primo pilastro del metodo Feuerstein è la teoria della Modificabilità Cognitiva Strutturale.

Ogni individuo è modificabile e l’intelligenza non è un elemento biologico statico, un patrimonio non incrementabile, dato una volta per tutte alla nascita: essa può essere trasmessa e quindi anche appresa.

Educazione cognitiva e più precisamente metacognitiva (cioè educazione indirizzata alla formazione di quelle abilità mentali superiori che vanno al di là dei processi cognitivi primari - come leggere, calcolare, ricordare - e permettono di divenire consapevoli di ciò che si sta facendo, del perché e del come lo si sta facendo) significa «insegnare a imparare» e quindi anche «imparare a imparare».

In altre parole, le strategie di pensiero necessarie per associare, collegare, integrare, organizzare le informazioni provenienti dall’ambiente possono essere insegnate e acquisite e non vi è alcun limite predefinito alle possibilità di sviluppo delle funzioni cognitive.

Non vi è neppure un limite temporale, ossia un’età critica, al di là della quale non è più possibile compiere determinate acquisizioni (e in questo Feuerstein si differenzia dal suo maestro Jean Piaget).

Un secondo, non meno importante, pilastro del metodo Feuerstein è l'ipotesi che il linguaggio influisca fortemente sul pensiero: sulla sua formazione, sulla sua qualità, persino sulla sua tipologia. Il metodo Feuerstein dà infatti grandissima importanza alla verbalizzazione, come mezzo per sviluppare le facoltà mentali superiori e favorire l’insight (ossia la capacità di “vedere dentro”, a una situazione e dentro se stessi, e dunque la percezione chiara - e la consapevolezza - dei propri processi interni).

Se già un’esperienza comune - come quella di vedere la nostra comprensione di un dato argomento aumentare a seguito di una discussione centrata su quell’argomento - può farci intuire le ragioni di questa impostazione (in quanto fornisce una prova di come la verbalizzazione aiuti il pensiero a formarsi), gli studi di Vygotskij sulla psicolinguistica ci permettono di comprenderla più in profondità.

Vygotskij ritiene che il linguaggio plasmi il pensiero, dal momento che il pensiero non sarebbe altro che il linguaggio interiorizzato. Nel bambino, la prima regolazione del comportamento si compie tramite il linguaggio degli altri (i genitori, gli adulti, coloro che dicono al bambino cosa fare e cosa non fare); più tardi è il bambino stesso a dirsi cosa deve fare, dapprima parlandosi a voce alta (ad esempio si dice “no” nel bloccarsi prima di compiere qualche azione proibita), in seguito “parlandosi nella mente”, con un linguaggio interiore che dà appunto vita al pensiero.

Quanto alla psicolinguistica, essa studia come una popolazione che parla una certa lingua sia portata con maggiore facilità a eseguire certi tipi di ragionamento piuttosto che altri.

Come funziona

Tra le tante metodologie metacognitive, oltre ad un convincente piano teorico di riferimento (ossia la teoria della Modificabilità Cognitiva Strutturale) il metodo Feuerstein si distingue per possedere una solida struttura metodologica (l’Esperienza di Apprendimento Mediato) e un completo sistema operativo, che consiste nel Programma di Arricchimento Strumentale (PAS) e nel Piano di Valutazione del Potenziale di Apprendimento (in inglese, Learning Potential Assessment Device: LPAD).

Secondo Feuerstein, le competenze cognitive vengono organizzate dal soggetto sulla base di esperienze di apprendimento, che risultano adeguate, se ben “mediate” da un altro essere umano (generalmente un adulto). Questi, interponendosi tra il soggetto e l’ambiente, interpreta la realtà, e così favorisce la trasmissione di determinate modalità di organizzazione delle conoscenze, oltre alla trasmissione di determinati significati culturali (non intrinseci allo stimolo).

Feuerstein individua pertanto nella scarsità di esperienze mediate l’origine di processi di pensiero impoveriti, che a loro volta riducono la possibilità del soggetto di apprendere qualcosa da ulteriori esperienze dirette.

E’ però possibile porre rimedio a tale situazione: Feuerstein contesta le valutazioni statiche degli individui, e la predittività a lungo termine dei tradizionali test d’intelligenza, al posto dei quali propone:

una valutazione dinamica dell’individuo (l’LPAD), che si basi sul suo potenziale di apprendimento e non su ciò che egli ha già appreso o non appreso (a causa di una serie di fattori, tra i quali il tipo e la qualità delle esperienze mediate a cui è stato esposto).

Naturalmente, una simile valutazione richiede anche una modificazione del ruolo dell’esaminatore. Questi viene infatti trasformato da osservatore, che deve solo registrare risposte, a soggetto attivamente coinvolto nella modificazione delle funzioni cognitive dell’esaminato.

un Programma di Arricchimento Strumentale (il PAS), pensato per compensare le carenze e sviluppare le potenzialità attraverso un’intensiva e intenzionale esperienza di apprendimento mediato (dall’adulto educatore).

Questa esperienza è centrata sui prerequisiti funzionali dell’intelligenza. Il pieno e stabile possesso di tali prerequisiti è infatti ciò che permette ulteriori, autonomi, apprendimenti dall’esperienza.

Il PAS In Italia e nel mondo

Il PAS è applicato da anni in Israele, in particolare presso il centro di ricerca fondato da Reuven Feuerstein a Gerusalemme (ICELP).

Nel primo dopoguerra, Feuerstein (professore di origine rumena che si mise in salvo nel nuovo Stato di Israele - dove tuttora vive - dopo essere stato internato in un campo di concentramento ed esserne fuggito) si dedicò al recupero di persone con problemi cognitivi connessi alla prigionia nei campi di concentramento.

Successivamente, il suo programma di arricchimento strumentale è stato utilizzato per migliorare le prestazioni scolastiche di bambini che, arrivati in Israele da zone arretrate, stentavano ad apprendere nuove abitudini e ad ambientarsi in un contesto molto sviluppato.

Lo si è poi anche applicato - con risultati di enorme efficacia - per migliorare le performance di individui aventi un vero e proprio ritardo mentale e di individui che, a causa di traumi o malattie, hanno perso alcune funzioni cognitive.

Oggi il metodo Feuerstein è usato in quattordici Paesi del mondo. Figura come programma standard in molte scuole degli Stati Uniti e in Brasile, Cina, Giappone, Francia, Spagna, Belgio, Svezia, Repubblica sudafricana, Canada e Australia. Inoltre grandi aziende (come la Pirelli, la Michelin, la Motorola) ne hanno fatto la base dei loro corsi di formazione interna per la qualificazione del personale.

In Italia solo pochissime scuole lo usano, e pochissimi studenti ne sono i fortunati beneficiari, dato che tutto avviene per iniziativa di alcuni docenti che si sono formati e sono diventati applicatori del metodo. Attualmente, perciò, chi vuole usufruire del metodo Feuerstein lo fa privatamente (a parte le poche eccezioni già menzionate).

Sperimentazioni

A partire dal 1998 il Ministero della Pubblica Istruzione ha avviato una sperimentazione, che si è da poco conclusa, su un gruppo di istituti professionali del Lazio, con l’intento di verificare l’utilità del metodo e di inserirlo eventualmente, in futuro, nel curricolo formativo di alunni e docenti.

Studi condotti su campioni di giovani aventi un Q.I. compreso tra 60 e 85 (ritardo mentale lieve) e lacune importanti a livello di risultati scolastici hanno attestato che l’applicazione del metodo Feuerstein per un congruo numero di ore (300) è in grado di produrre modificazioni cognitive strutturali, cioè durature, che si incrementano nel tempo.

Nei gruppi di controllo (gruppi formati da giovani aventi le stesse caratteristiche di età, Q.I. e difficoltà scolastiche), a seguito di 300 ore di arricchimento generale (lettura, scrittura e aritmetica e non PAS), si sono registrati miglioramenti ben più limitati.

(Per ulteriori approfondimenti si può consultare il sito del Centro GaiaMente, specializzato in interventi di potenziamento cognitivo e linguistico per soggetti sia normodotati che con difficoltà di apprendimento o disabilità mentali: www.gaiamente.tk.)

Obiettivi

In sintesi, il metodo Feuerstein si propone di:

1. Suscitare (o aumentare) - attraverso la formazione di “abitudini” funzionali alla conoscenza e alla comprensione - la motivazione intrinseca all’esecuzione di un compito, alla risoluzione di problemi, all’accettazione di sfide cognitive.

2. Insegnare il vocabolario, i concetti, le operazioni mentali necessarie alla padronanza di compiti e alla risoluzione di problemi di carattere generale.

3. Correggere le funzioni cognitive carenti.

4. Incoraggiare la riflessione metacognitiva sulle funzioni cognitive e i processi mentali.

5. Sviluppare insight sulle cause del successo o dell’insuccesso, in ambito scolastico e professionale, ma anche in situazioni di vita quotidiana.

6. Fornire agli allievi occasioni per sperimentare e comprendere le loro capacità cognitive.

7. Far uscire gli allievi dalla passività cognitiva, rendendoli consapevoli delle proprie capacità di produzione ed estrapolazione di informazioni, di formulazione e verifica di ipotesi.

Gli strumenti del PAS

Il PAS consta di 14 strumenti (raggruppati in 3 livelli di difficoltà), aventi carattere operativo. Ciascuno di essi è centrato su precise funzioni cognitive e operazioni mentali.

Gli esercizi proposti da questi strumenti non hanno uno specifico contenuto, in quanto sono un veicolo per stimolare le funzioni cognitive carenti e per sviluppare e potenziare operazioni mentali di tipo cognitivo e metacognitivo.

Normalmente, per ogni anno di lavoro, vengono utilizzati dai tre ai cinque strumenti, secondo il livello di partenza e le specifiche difficoltà e/o necessità dei destinatari dell’intervento (ogni alunno deve avere i suoi strumenti, che possono essere acquistati via via che il programma procede).

La scansione ottimale dell’intervento consiste in due o tre sessioni di lavoro settimanali della durata di un’ora/ un’ora e mezza ciascuna.

La durata del corso completo varia dai due ai tre anni, secondo la risposta alle proposte data dai partecipanti.

Gli interventi possono avere carattere individuale o svolgersi in gruppo.

http://www.italialibri.net/contributi/0403-3.html

 

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